ANDAVAMO ALLA FONTANA
Le donne di Calendini alla Fontana Grande per il bucato
quotidiano. Un grande affresco popolare in una foto di
settant'anni fa
Agli inizi del secolo
scorso, l’acqua nelle case rappresentava un lusso che solo
pochissimi potevano permettersi. Per questo motivo, la
stragrande maggioranza della popolazione adoperava le
fontane e i lavatoi pubblici, le prime per bere e per
attingere l’acqua da adoperare in cucina, i secondi per fare
il bucato, mentre gli abbeveratoi erano usati per far bere
gli animali. I lavatoi, in dialetto cibbie,
rappresentavano quindi un inevitabile punto d’incontro per
le donne del paese, che si trovavano lì per risciacquare il
bucato fatto in casa, e con l’occasione chiacchieravano o
cantavano, per passare il tempo e per rendere meno gravoso
il loro compito. Poiché anche gli uomini passavano da lì per
bere e far abbeverare gli animali, la fontana era anche
occasione di incontro per i primi corteggiamenti, che nella
migliore delle ipotesi sarebbero poi sfociati in
fidanzamenti ufficiali (“a casa”) e nel sospirato
matrimonio, che ufficialmente rappresentava l’unica vera
occasione che un uomo ed una donna avevano di trascorrere
del tempo insieme, senza la presenza di almeno un parente di
lei a fare da “garante”: testimone di questo è la “Calabrisella”,
la canzone popolare regionale più famosa che abbiamo, che
racconta appunto la folgorazione amorosa di un ragazzo per
una ragazza che sta facendo il bucato alla fontana.
La foto qui
riprodotta, scattata nei primi anni ’30 e gentilmente concessaci da Pino Florio, mostra nove donne
intente a fare il bucato alla Fontana Grande di
Calendini. Con loro vi è anche una bambina (la si può
scorgere all’estrema sinistra dell’inquadratura), che
evidentemente in quella occasione aveva accompagnato la
madre (forse la seconda da sinistra), e che sta giocando con l’acqua
che sgorga dal primo dei quattro canali della fontana. I
restanti tre canali sono impegnati da donne che
probabilmente raccolgono l’acqua per usi domestici, mentre
le altre sei persone fotografate stanno utilizzando il
lavatoio attiguo ciascuna per il proprio bucato. La foto,
purtroppo, scattata di spalle, non riesce a trasmettere voci
e volti delle persone raffigurate: è probabile che esse
stessero cantando, o chiacchierando a gruppetti, o chissà.
Ad ogni modo, colpisce l’assoluta serietà generale, che si
accompagna ad una sobrietà nei modi e nei vestiti che
trasmettono un’innata eleganza.
Luigi Caputo
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