GIA' RENDI IL CIELO PIU' BELLO...
Una vita all'insegna della mitezza e della purezza di cuore, quella di Giovanni Vigliatore,
che ci ha lasciato lo scorso 4 marzo
Ecco un articolo che non avrei mai voluto scrivere, perchè la mia mente di piccolo
uomo non vuole credere che la vita possa imbattersi in episodi che il calore del
cuore rifiuta. Ma è anche un articolo doveroso, alla luce di ciò che la realtà ha
prospettato come rivelazione di un destino assurdo. Lo scorso ottobre, la scoperta
di una terribile malattia che non lasciava scampo. E, dopo appena cinque mesi, la
morte. Mio cugino Giovanni Vigliatore avrebbe compiuto 39 anni il prossimo 17 maggio, ma se n'è andato così, alle 8 di mattina del 4 marzo scorso,
accompagnato da un pallido sole di fine inverno che provava invano a riscaldare i visi scavati dal
dolore dei suoi cari. Il suo commiato dal mondo è avvenuto con la stessa serenità
che aveva segnato ogni giorno della sua vita brevissima ma intensa, perchè
avvolta da una fede cristiana attenta e sincera, dolce ed istintiva, mite e discreta,
che non è affatto scemata con l'acuirsi della malattia, anzi si è ravvivata giorno
dopo giorno. Oltre che professionalmente integrato sul nostro territorio, Giovanni, che dopo il matrimonio si era trasferito a Castrolibero ed a Cosenza esercitava con pieno merito la professione di dottore commercialista,
era più di ogni altra cosa figlio, sposo, papà ed amico: in ognuno di questi ruoli,
era tangibile e pieno il suo amore per la vita, il suo rispetto per l'altro, la sua voce
per mostrare disponibilità piena e totale a chiunque gli stesse davanti.
Una vocazione, questa di piena apertura all'altro, coltivata nel corso di una lunga militanza nelle file dell'Azione Cattolica paternese, di cui era stato per anni Presidente.
Parlare con
Giovanni significava trovare un interlocutore sempre disposto ad ascoltarti, a
tenderti la mano, a darti tutto se stesso per fare insieme lo stesso tratto di strada.
A Francesca, la sua sposa adorata, a Carlotta e Francesco Pio, i suoi piccoli gioielli,
a Zia Rosa e a Zio Franco, i suoi genitori, ad Alessandro, Simona e Marco, i suoi fratelli,
a Nonna Marietta, che non ha retto al dolore e si è spenta a soli 19 giorni di distanza da Giovanni, e a chiunque abbia avuto la grazia di conoscerlo, la sua anima nobile ha lasciato
tracce che non si cancelleranno mai: e la frase che i suoi cari hanno scelto per la
sua lapide (Un destino inspiegabile ti ha sottratto alla vita... Già rendi il cielo più bello) è dettata da ciò che lui è stato per ognuno
dei giorni che ha vissuto.
Gesù ha detto: Beati i miti, perchè erediteranno la terra. E ancora: Beati i puri di
cuore, perchè vedranno Dio. Chi lo ha conosciuto, sa bene che Giovanni ha
vissuto ogni suo giorno con mitezza e purezza di cuore, pertanto non nascondiamo
il fatto che, a conclusione della sua avventura terrena, lui oggi abbia ereditato la
terra, ossia il Paradiso, e che oggi si trovi nella Luce eterna, nella visione e al cospetto del suo Creatore.
La morte di ogni persona lascia mestizia e tristezza, specie se avviene in
giovane età. E di ogni persona defunta si tende a parlar bene, in omaggio alla sua
memoria. Per Giovanni tutto questo risulta istintivo e immediato, perchè la sua
esistenza è stata davvero di esempio e di modello. Ecco perchè ci sembra del tutto
naturale augurarsi che alla sua memoria e al suo nome vengano intitolate al più
presto una via, una fondazione, e, perchè no, un parco. Giovanni amava la natura,
il mondo, la vita: sarebbe bellissimo che chiunque potesse percorrere un tratto di
strada che porta il suo nome, o che i bambini giocassero in un luogo pieno di
verde intitolato a lui. Il suo sorriso splenderebbe limpido in nome di iniziative a
scopo benefico, di aiuti concreti verso chi soffre, e chi lo ha conosciuto sa bene
che troverebbe stimoli sempre nuovi in ciascuna azione realizzata in suo onore.
Sì, all'indomani del sacrificio di Giovanni, pur con il cuore gonfio di tristezza,
l'augurio e la speranza che mi sento di formulare è che, dopo il cielo, anche
la terra diventi più bella nel suo ricordo.
Luigi, 3 aprile 2006
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